Perché si va in barca se non per la voglia di libertà, di rilassarsi e, diciamolo, godersela? Dunque quale miglior trampolino di lancio verso il mare si potrebbe trovare rispetto all’isola d’Elba? La magia del luogo non è data solo dalla sua bellezza, concetto banale e scontato, ma dalla sua posizione strategica vicino alla costa e dalla facilità nel raggiungerla.
Per cui Sand, la nostra barca ( un Oceanis 473 di quasi 15 metri, con 4 cabine matrimoniali e due bagni) ci attende, impaziente di regalarci intense emozioni e momenti suggestivi, ormeggiata presso il marina di Salivoli. Va detto, marina non particolarmente affascinante, ma molto strategica e ben servita. Questo porticciolo ci ospiterà giusto il tempo di sistemarci nel ventre caldo ed accogliente della balena e rifornire la cambusa cosi da poter navigare comodi e senza alcuna privazione. L’indomani, il sabato mattina, molleremo gli ormeggi e partiremo alla volta di avventure indimenticabili.
Tirata fuori la prua dall’ingresso del porto l’isola è lì, adagiata tra i flutti del mare, come una bella sirena che attrae e seduce l’impavido marinaio che naviga con i favori di Eolo. Ed essendo noi marinai volubili alle gioie e ai piaceri della vita, raggiungeremo l’Elba incantatrice in un’ora, anche meno se sospinti da venti propizi. Giunti a destinazione l’isola ci accoglierà tra le sue calde braccia, offrendo ormeggi sicuri in baie placide e ridossate dai venti spiranti da ogni quadrante della rosa.
Questa naturale magia dell’isola si spiega con le sue dimensioni. È sufficientemente larga, 27 km da est a ovest, e dalla forma delle sue montagne con il Monte Capanna che misura 1.019 di altezza. La sua geografia è ideale per la gente di mare, perché questa forma scherma la forza del vento facendo da barriera naturale. Dato che il diavolo si annida nei dettagli, ce ne sarebbero molti da esplicare, ma siccome spesso annoiano, prende questo dato come primo e fondamentale da sapere.
Ma non è solo la barriera naturale offerta dalle sue forme a renderla unica. Lo è anche la sua posizione geografica, che definire strategica è riduttivo. Già durante le guerre puniche di fronte all’Elba incrociavano navi mercantili e triremi da guerra lungo le rotte che collegavano il Nord Africa alla Spagna, insinuando il seme del controllo ai romani, soliti, per non dire abili (ma questo lo si sa) nello sfruttare le risorse di quest’isola trasformandola in un avamposto per il controllo del Mediterraneo occidentale.
Navigerhemo nel massimo rispetto del mare della natura tutta. Sfruttando solo le risorse della barca e le risorse umane del equipaggio. Prima fra tutte la voglia di divertirsi. L’isola ci limiteremo ad usarla come punto di partenza per allegre ma intense scorribande nell’arcipelago Toscano, senza limiti di sorta ne orario. Certi che in mare se c’è un’altra cosa che non ha limiti, sono proprio le distanze. E allora eccole, giusto per avere un’idea di quanto è comoda, oltre che bella, la terza isola più grande d’Italia.
7 miglia nautiche la dividono da Pianosa, 17 da Capraia, 26 dal Giglio, 27 dall’Isola della Gorgona (Corsica), 40 da Giannutri. Numeri che, per avere un’idea del tempo che ci si mette vanno divisi per 6 (che è la velocità media a vela o motore) e quindi ci vogliono rispettivamente 1,30 minuti, 3 ore, 4,5 ore per Giglio o Gorgona e 7 ore per Giannutri, il tutto arrotondato per eccesso perché si sa in mare è il tempo rallenta… Quindi nessuna fretta.
Quando la pigrizia e la voglia di rade, come spesso accade, superano la voglia di navigare, ecco che l’Elba ci regala 147 km di coste intarsiate da spiagge di sabbia bianca o molto chiara. Ma soprattutto segnatevi queste, che sono decisamente le più belle dell’isola. Ecco l’elenco: La Biodola, Cavoli, Padulella, Capo Bianco, Sansone, Enfola, Fetovaia, Secchetto a cui si aggiungono quelle rocciose con un mare da paura di Chiessi, Patresi e Capo Sant’Andrea. Avete tempo per cercare? Google vi farà godere, basta provare per capire quanto…
Bighellonare fra una rada e l’altra, da una spiaggia all’altra è una delle attività preferite da Marmaglia, che all’Elba è di casa. Ma è con una serata a terra che si sublima l’esperienza dell’isola. Quindi partiamo subito da quello che ci interessa di più, i locali, e fra questi, i locali sulla spiaggia. Ogni tanto ci scappa un beach party sulla spiaggia di Cavoli, che senza ironia, ricorda quelli più famosi che facciamo d’estate alle Baleari. Non vi annoiamo con l’elenco dei bar dove bere l’aperitivo anche perché voi siete nel più ambito di tutti, Sand la vostra barca a vela…
Passiamo direttamente al post cena, che in fondo è quello che ci interessa a quest’ora, lasciando alle guide del Touring Club le indicazioni sui monumenti storici. Semmai a noi, di monumenti interessano di più quelli viventi. Bando alle ciance, se l’equipaggio vorrà ballare e divertirsi andremo qui: Garden Beach (fronte al mare), al Butterfly o al Giannino che è la versione isolana della Capannina di Francesco con una importante selezione di musica dal vivo, tutti a Marina di Campo. A Portoferraio, in una villa fronte mare, troveremo invece il Club 64, il cui numero nel nome non è il civico ma l’anno di fondazione. Da queste parti è una vera istituzione.
La festa è finita, i bicchieri mezzi vuoti e le speranze mezze piene hanno lasciato spazio alla luce del sole. La nottata è stata intensa e il weekend non è ancora finito. Bisogna tornare, o ritornare, ma non necessariamente sui propri passi. Cioè un’esperienza a bordo di Sand all’Elba fra rade nascoste, spiagge incantevoli, bagni di sole e tuffi in mare, aperitivi, feste, persone nuove e notti brave vi farà sentire diversi. Il ritorno alla normalità della vita quotidiana e l’ormeggio al porto di Salivoli in realtà sono solo l’attesa per una nuova partenza.
L’isola rimane lì, a voi non rimane che raggiungerla di nuovo. Oppure sceglierne un’altra. In fondo la magia di ogni isola è proprio il suo essere staccata dal mondo. Come voi, quando la vedete dalla prua di una barca a vela.